Contaminare sapori di culture diverse, mescolare ingredienti provenienti da Paesi lontani per giungere ad una sintesi irresistibile richiede tempo, passione e sperimentazione. Ed è ciò che è riuscito a realizzare l’imprenditore 27enne calabrese, Michele Giglio, con la catena di ristoranti “Basho”. Nome che rende omaggio ad uno dei più grandi maestri del sushi giapponese.
Parlare solamente di sushi in riferimento a “Basho” è, tuttavia riduttivo.
La sua peculiarità, che lo ha reso un’eccellenza rispetto ad altri ristoranti che hanno come core business il sushi è, infatti, la capacità di fondere in modo magistrale la cucina giapponese con quella sudamericana, in particolare del Brasile, passando per quella cinese, fino ad arrivare ai sapori tipici dell’Italia meridionale.